Sulla sponda nord – occidentale del Lago di Venere sono venuti alla luce dei resti di una struttura d’epoca punica, ellenistica e romana: si tratta di un tempio di ordine ionico che sorge sulle fondamenta di una precedente costruzione punica, utilizzando di questa alcuni elementi architettonici. L’edificio di culto è costituito da due ambienti affiancati. Gli scavi hanno messo in evidenza: una cella di pianta rettangolare che ospitava con ogni probabilità la statua della divinità e una gradinata che faceva accedere alla parte antistante il tempio che costituisce la zona adibita allo svolgimento dei riti sacrificali. L’area di scavo ha anche messo in luce alcune stanze di servizio nell’angolo nord – occidentale della struttura. Dallo scavo non emergono testimonianze precise che potrebbero indicare la divinità a cui era dedicato il santuario ma il confronto con altri templi punici del Mediterraneo e la toponomastica del lago, ci fanno supporre che il culto facesse riferimento alla fertilità delle acque e quindi alla dea punica Tanit, ovvero la Venere latina.
Lo scavo non è stato completato per problemi di sicurezza. Tutta l’area archeologica è, infatti, situata sotto il fronte di frana, creatosi a seguito della costruzione della moderna strada asfaltata che conduce all’interno della caldera dove si trova il lago.