L’itinerario F è costituito dai sentieri 5 e 6, dall’itinerario D, sentiero 1 e itinerario C. Inizia dal parcheggio Vedinicolao, in prossimità della borgata Sibà, con il sentiero n.5. Questo è il sentiero dei fenomeni vulcanici. La grotta del Bagno Asciutto, con i suoi vapori sempre più caldi all’inoltrarsi nell’antro, ci regala una sauna naturale. Il nome della grotta è significativo: potremo fare il bagno senza l’acqua. Il percorso ci porta verso le antiche colate laviche. La natura può essere anche violenta, brutale, aggressiva, ma la vita vuole insediarsi anche negli ambienti più inospitali. Le specie di flora più semplici hanno colonizzato le colate di roccia lavica e da queste poi man mano si sono avute le specie più evolute. Noteremo il Leccio e le altre specie, quindi, che fanno tornare verde il nero della roccia. Più a valle troveremo la coltivazione agraria: il vigneto, delimitato dalle forme geometriche dei muretti a secco, che dividono le proprietà e riparano dal vento.
Più avanti ci stupirà la Favara Grande, nella Valle del Vento. Notevole fenomeno di significativo dell’Isola con emissioni d enormi quantità di vapori. Ovunque i caldi vapori fuoriescono dalla roccia viva e si condensano, attorno le pietre grondano acqua, come pure gronda acqua la stentata vegetazione, e, se smuovi un sasso, dal suolo altri fumi verranno fuori e ti avvolgeranno. Dal sentiero 5, proprio nei pressi di Favara Grande, ci immettiamo nel sentiero 6: strada carrareccia a fondo naturale, in cui la vegetazione ha ripreso il sopravvento, restringendola ed occupandone la carreggiata con Corbezzolo, Mirto, Lentisco, Erica Arborea e Leccio. Il sentiero ci porta fino alla sommità di Monte Gibele entro il cratere del vulcano che ne ha formato il rilievo montuoso. Come da ogni rilievo dell’Isola, lo sguardo spazia verso paesaggi e scorci diversi. Avremo la visione ora dei terreni coltivati con le loro forme geometriche, ora della vegetazione spontanea, ora delle colate laviche. E intorno sempre il blu del mare. In più avremo l’emozione di sostare entro cratere di un vulcano che solo fino a qualche anno fa era addirittura coltivato. Curiosamente durante l’inverno parte del cratere si riempie d’acqua a formare un laghetto. Il ripido sentiero di collegamento all’itinerario D, sale entro una fitta lecceta e ci porta alla sommità di Montagna Grande, immettendosi poi nel sentiero n. 1. Scendendo lungo questo sentiero si incontra un punto di osservazione panoramico, che ci induce ad una sosta. Qui l’attenzione sarà catturata da una macchia di blu che spicca in mezzo al verde. E’ il Lago di Venere. Il panorama merita attenzione per la bellezza dello specchio d’acqua, tanto bello da meritare il nome di ‘Specchio di Venere’, e gli scorci di terreno coltivato, che ci ricordano il duro lavoro degli agricoltori. Questo sentiero porta fino alle Favare di Cuddia di Mida. L’ambiente è irreale e suggestivo, il vapore esce dalla terra e si condensa sulle frasche in goccioline sempre più grandi, che tornano a piovere sul terreno che le riassorbe. L’escursionista si troverà immerso in una atmosfera inconsueta, unica e misteriosa. Entro una conca naturale, in mezzo ai vapori, troveremo dei pini avvolti dalla nebbia, mentre tutto intorno è il sole. Lasciati questi luoghi, ci si avvia verso il parcheggio di Sibà e, tramite il sentiero di collegamento dell’itinerario B, si torna al punto di partenza di Vedinicolao. L’itinerario, prevalentemente paesaggistico, ma ricco di curiosità dovute ai fenomeni di vulcanismo, risulta di grande interesse. Si sviluppa per circa 11,5 Km ma la fatica della lunga percorrenza viene ampiamente ricompensata da scorci e viste spettacolari, che appagano l’animo dell’escursionista.