L’itinerario D è quello più lungo. E’ costituito dai sentieri 2-1-6-3-4 ed incrocia gli itinerari B ed F. Si parte dal Lago Specchio di Venere con il sentiero n. 2. Il lago ha una forma quasi circolare, nasce entro una depressione naturale, pochi metri sopra il livello del mare. E’ alimentato dalle acque meteoriche e dalle sorgenti idrotermali presenti al suo interno. Le sue acque, saline, hanno una temperatura in genere superiore a quella ambientale, grazie alle sorgenti calde che possono arrivare a 50 gradi. Le alture circostanti mostrano le coltivazioni agrarie realizzate con arditi terrazzamenti. L’ecosistema è particolare ed unico ed ha consentito l’insediarsi di comunità eliofitiche esclusive. Una serie di cartelli lungo le sue sponde illustrano le peculiarità di questo sito, sotto gli aspetti geologici, naturalistici, ecologici, geochimici, floristici ecc. Il sentiero, dal lago, prosegue verso le contrade San Vito e Caffefi e in alcuni tratti conserva intatto il vecchio acciottolato. Si sviluppa nei pressi di una splendida lecceta e si porta entro la colata lavica di Gelfiser, percorrendo il ciglio di un vecchio cratere vulcanico. La roccia presenta una serie di crepacci e collassi e gli eventi meteorici l’hanno variamente modellata, tanto da mostrarcela in una miriade di forme diverse. Dopo il serbatoio dell’acqua, vicino all’abitato di sui& avremo a destra la pianura di Sibà e a sinistra ancora le colate del Gelfiser. L’ombra del fitto bosco di Leccio ci accompagna fino ai terreni coltivati di Tikkirriki, con lo loro forme geometriche incastonate fra i vari terrazzamenti. Salendo a destra, verso Cuddia di Mida, troveremo le favarelle, il fenomeno di vulcanismo secondario che ci avvolge con i caldi vapori che si sprigionano dal sottosuolo. Tramite un tratto del sentiero 1, in mezzo ai pini, e dell’itinerario B ci affacceremo sopra la pianura di Mueggen, con le sue coltivazioni, e poi, lasciando a destra l’ex caserma di Cuddia Randazzo, si aprirà lo scenario delle colate laviche di Cuttinar e del Khaggiar. Le vediamo dall’alto e le abbracciamo tutte con lo sguardo, fino a punta Spadillo, ove il nero della colata, maculata del verde della vegetazione, si interrompe bruscamente contro il blu del mare. Con il sentiero 6 costeggeremo la colata fino alla borgata di Bugeber e proseguiremo fino a vedere dall’alto il Lago di Venere da cui siamo partiti. Dobbiamo abbandonarne la splendida visione per immetterci, con l’ultimo tratto del sentiero 3 entro la colata lavica del Khaggiar, fino ad arrivare al sentiero 4. Questo viene denominato Sentiero Romano, perché esistente già al tempo dei Romani ed è stato da questi parzialmente lastricato. Questo sentiero ci stupisce per la varietà dei colori, ed in particolare delle pietre rossastre, il nero della lava, il giallo dei licheni, il verde delle chiome. Dopo aver attraversato la strada provinciale il sentiero ci porterà nei pressi delle calette che frastagliano le coste di questa parte di Pantelleria, fra cui Cala Cottone, Cala di Jakhe, Punta Spadillo, Lago delle Ondine, Ponte dell’Arco e Cala Cinque Denti. Da Punta Spadillo a Cala Cinque Denti è possibile vedere alcuni dei resti di opere difensive e strutture militari dell’ultimo conflitto mondiale, presenti del resto in tutta l’isola per la sua particolare posizione strategica. Queste strutture, oggetto di intervento di sistemazione e recupero ambientale a cura dell’Azienda Foreste Demaniali, adesso sono visitabili. I locali sono stati destinati in parte a Punto Informazioni e Museo Vulcanologico. Dopo Cala Cinque Denti, il sentiero di collegamento F ci riporta al Lago di Venere. Percorreremo un ciglio che ci permette di vedere a destra il mare e a sinistra il Lago. L’itinerario è lungo circa 19 Km. Ma si è ricompensati dalla fatica del percorrerlo perché ad ogni svolta, ad ogni sommità avremo visioni sempre nuove e cangianti.