Insieme ai muretti che definiscono i terrazzamenti, i giardini panteschi sono l’espressione secolare più tipica dell’agricoltura dell’isola, da sempre realizzati col sudore dell’infaticabile contadino isolano. Si presentano come costruzioni circolari a forma di torrione tronco conico, alte alcuni metri, costituite da spessi muri a sacco denominati localmente a casciata, secondo il caratteristico uso costruttivo dell’isola. Il giardino trasmette quasi un sentimento di sacralità, è un monumento dedicato alla pianta che protegge: di solito un limone, un arancio o un cedro, costruito dal contadino che teneva in grande considerazione questi alberi tanto preziosi per l’alimentazione e l’apporto di vitamina C. L’inclinazione dei possenti muri e la sommità spiovente verso l’interno servivano a proteggere l’albero dai venti insidiosi, a creare un microclima favorevole e a convogliare verso la pianta le gocce di rugiada e la poca acqua piovana.
I giardini panteschi sono stati realizzati a partire dalla dominazione araba. La loro costruzione assolve anche alla funzione di liberare dalle abbondanti pietre il terreno agricolo coltivabile. Nella zona di Khamma, presso l’Azienda vitivinicola di Donna Fugata, c’è un antico giardino dichiarato patrimonio Unesco grazie al FAI.