L’itinerario C è costituito dai sentieri 7 e 4. Parte da Cala Cinque Denti e sale dolcemente fino all’incrocio con la strada provinciale, viene denominato Sentiero Romano, perché esistente già al tempo dei Romani ed è stato da questi parzialmente lastricato. Lo sguardo spazia sulla fitta chioma di rigogliosi cespugli di macchia mediterranea, che si interrompono contro il blu del mare. Le pietre rossastre, il nero della lava, il giallo dei licheni, il blu del mare, l’azzurro del cielo, il verde delle chiome concorrono tutti ad arricchire la favolosa tavolozza dei colori dell’Isola. Dopo aver attraversato la Strada Perimetrale il sentiero ci porterà nei pressi delle calette che frastagliano le coste di questa parte di Pantelleria, fra cui Cala Cottone, Cala di Jakhe, Punta Spadillo, Lago delle Ondine, Ponte dell’Arco ed infine Cala Cinque Denti. Non dobbiamo dimenticare che Pantelleria ha avuto, ed ha ancora una posizione strategica di grande rilievo militare ed il percorso ci porta anche nei pressi di alcune opere difensive dell’ultimo conflitto mondiale, in prossimità del Lago delle Ondine. L’Azienda Foreste Demaniali ha progettato ed eseguito gli interventi di sistemazione e recupero ambientale anche di “ex strutture militari” ricadenti all’interno di questo itinerario. Queste strutture adesso sono visitabili in quante i locali in parte sono stati destinati a Punto Informazioni ed in parte utilizzati a Museo Vulcanologico. Il Lago delle Ondine è una conca in cui il mare ha formato una pozza d’acqua, riparata dalla scogliera naturale e dai venti, risulta accessibile e fruibile. E’ alimentata dal mare durante le mareggiate ed è circondata dalle rocce a picco formate dalla lava che, a contatto dell’acqua, si è velocemente raffreddata, creando forme inusitate e bizzarre. L’itinerario C è l’itinerario della lava e del mare. Per misurare la violenza della natura basta vedere il susseguirsi delle colate laviche nel tempo e lo sconvolgimento che la roccia fusa deve aver provocato. Noteremo gli enormi massi che si accavallano l’uno sull’altro, spinti da una forza incontenibile. La vita però cerca di avere il sopravvento e, prima forme elementari, quali i licheni, e successivamente forme sempre più evolute di flora, hanno contribuito a frantumare la roccia viva, hanno consentito l’accumulo di terriccio e quindi l’insediamento della macchia mediterranea.