Perno dell’economia pantesca è stata per secoli l’agricoltura, fin dai tempi antichi il pantesco ha sempre saputo modellare la terra attraverso l’attività contadina, lottando contro un vento impetuoso, un terreno spesso inaccessibile e la carenza di acqua. I terrazzamenti con i singolari muretti a secco sono il frutto di una agricoltura eroica e la vite ne è la regina. In particolare l’uva Zibibbo, giunta sull’isola dalla lontana Mesopotamia o forse dall’Egitto, rappresenta oggi una tipicità unica che porta alla produzione del prezioso passito, considerato nettare degli dei. L’ingegnosa coltivazione in conca protegge la vite dai venti e favorisce la massima irrigazione con le sole piogge. Abbiamo poi il cappero un prodotto unico per le sue qualità organolettiche, certificate dal marchio Igp. L’ulivo è la terza coltura dell’isola, piante secolari vengono potate basse, in ottobre i lunghi rami degli alberi, allungati e quasi radenti al terreno, si caricano di olive che vengono poi lavorate nel frantoio di Scauri. Le olive pantesche appartengono al 99% alla varietà “Biancolilla”, il frantoio di nuova generazione che utilizza un sistema centrifugo a freddo permette di ottenere un olio di oliva extravergine di alta qualità e a bassissimo tenore di acidità.
La gastronomia pantesca è legata ai contatti che la comunità pantesca ha avuto con i diversi popoli del Mediterraneo che hanno dominato l’isola. Da provare i delicati ravioli di ricotta e foglie di menta, il pesto pantesco da un profumo intenso a base di pomodoro crudo, aglio, basilico e peperoncino, usato per condire la pasta o per servire con i pesci arrostiti. Il couscous giunge a Pantelleria dalla tradizione africana: piatto unico di pesce farcito da una varietà di verdure e legumi. Abbiamo poi la gustosa caponata calda di verdure locali, che prende il nome di “sciakisciuka” e il “cucurummà”, un contorno di gustose zucchine. Il cappero pantesco trova un largo impiego nella preparazione dei piatti tipici, regna nelle insalate pantesche unito al profumatissimo origano e alla tumma, fresco formaggio locale. Numerose sono le ricette a base di pesce, vera delizia per il palato: saraghi, ricciole, dentici cernie, pesce spada, aragoste, patelle e ricci. Non sono certo da trascurare i dolci: i famosi baci e cannoli ripieni di ricotta e i pasticciotti, unitamente a quelli importati dalla tradizione araba, i mustazzola composti da pasta sfoglia ripiena da un impasto di semola, miele o vino cotto, cannella e canditi di scorza d’arancia o a quelli ereditati dall’oriente come le cannateddre, friabili colombelle pasquali. Sono poi da assaggiare le gustose marmellate di uva e di agrumi e di fichi.